Dal libro “Un popolo in festa e in cammino” di Don Luigi Guglielmoni, Clementina Corbellini, Giulia Urgeletti Tinarelli

Clemente Francani (1908-1958). Dall’immediato dopoguerra fino alla sua prematura morte, a soli cinquant’anni, Clemente Francani ha svolto una preziosa opera di allenatore-educatore tra le giovani generazioni. Con dedizione e competenza offriva ai ragazzi non solo nozioni di calcio, ma esempi significativi di rettitudine morale e di motivazioni per la formazione di una personalità armonica e matura. 

Buono e modesto, alieno da qualsiasi forma di protagonismo, preferiva allenare i piccoli perché ancora esenti dai falsi miti, legati all’attività sportiva. Unica sua soddisfazione era vedere i suoi allievi raggiungere traguardi superiori. Lavorava come guardia notturna alle Terme; di giorno, invece di riposare, era sempre disponibile per i ragazzi.
Il campo sportivo era allora nell’area in cui sorge attualmente lo stabilimento termale Zoia. Ai margini del campo c’era una baracca dove i ragazzi si lavavano dopo l’allenamento. A chi gli chiedeva di risparmiare, spegnendo la stufa per l’acqua calda, egli rispondeva: “E’ piuttosto ora di comperare altra legna!“.
Per la sua esemplare vita di cittadino e di sportivo, a Mintén (così chiamato dagli amici) è stato dedicato il campo sportivo civico. Per anni la Società Sportiva Francani ha avuto sede nei locali della Parrocchia di Sant’Antonio.
Un altro prezioso talento di Clemente fu la passione per la musica e il canto. Diresse a lungo la Corale Parrocchiale, inizialmente composta di soli maschi, che godeva dell’accompagnamento musicale di Padre Agostino Salvi.

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