Dal libro “Il primo cinquantennio” di Padre Roberto Lecchini”

Mons Leonida Mapelli venne sostituito nella cura interinale della Diocesi dal Vicario Capitolare Mons. Giuseppe Donati al quale il M. R. P. Guido dava notizia della completata costruzione della nuova chiesa con la seguente lettera:

Borgo S. Donnino dal Convento dei Cappuccini 5 Giugno 1915.

Rev.mo Monsignore,

Ho il piacere di notificarLe che la chiesa da dedicarsi a S. Antonio da Padova, costruita nella Parrocchia di Bargone, fra- zione di Campore, è pronta per essere consacrata. Sono quindi a pregare V. S. Rev.ma a volere concedere a Mons. Angelo Fiorini Vescovo di Pontremoli, da me invitato e che benigna- mento ha accettato, di poterla consacrare giovedì prossimo 10 corrente mese.
Assicuro formalmente V. S. Rev.ma che tutto in detta chiesa è perfettamente conforme alle sacre rubriche.
Certo del favore ringrazio anticipatamente, e grato La riverisco, e mi raffermo con profonda stima di V. S. Rev. ma

Dev.mo
F. GUIDO DA PODENZANO
Prov.le (b.i.) Cappuccino

Mons. Vicario rispondeva nei termini seguenti:

Borgo S. Donnino 5 Giugno 1915

Molto Rev.do Padre,

Con vera gioia apprendo dalla Pregiatissima di V. Rev.za che la chiesa di Campore è terminata;

Deo Gratias! Se fosse al mondo il compianto Mons. Mapelli come se ne rallegrerebbe! Gioirà dal cielo e di lassù invierà le sue benedizioni!
Assicurato da V. Rev.za che tutto nella nuova chiesa è perfettamente conforme alle sacre rubriche, con tutto il piacere concedo all’Eccell.mo Mons. Fiorini di consacrarla.
Gradisca i miei rispetti e con profonda stima mi creda

Dev. mo.
M. DONATI Vic. Cap.

Il 10 Giugno 1915 aveva quindi luogo la consacrazione della nuova chiesa per parte di Mons. Fiorini nella forma descritta dal seguente atto pubblico immediatamente redatto dal Cancelliere Vescovile della Diocesi.

In nome del Signore. Amen

Ricorrendo l’anno della nascita di Nostro Signore Gesù Cristo 1915 – giorno 10 giugno – XIII dell’Indizione Romana, primo del pontificato del Santissimo Nostro Padre in Cristo per Divina Provvidenza Papa Benedetto XV.
L’ Eccellentissimo e Rev.mo Angelo Fiorini dell’Ordine dei Cappuccini Vescovo Apuano, con licenza dell’Ill.mo e Rev.mo Mons. Giacomo Giuseppe Donati, Vicario Capitolare di questa vacante Diocesi di Borgo S. Donnino, annuendo alle preghiere del M. R. P. Frate Guido da Podenzano, Provinciale della Provincia Parmense dei Cappuccini, di consacrare la Chiesa dedicala a S. Antonio da Padova nella parrocchia di Bargone in luogo detto Campore di questa Diocesi, al mattino di questo giorno, feria V dell’Ottava del Corpus Domini, vestito degli abiti pontificali, assistito dagli Ill.mi e Rev.mi Canonici di questa Cattedrale Mons. Marchese Tedaldi Giovanni Arciprete, Pietro Massari Dott. in Sacra Teologia, Ettore Bricchi Cancelliere infrascritto, dai Padri Guido da Podenzano e dal Guardiano del Convento di questa Città insieme ai Novizi del detto Ordine dei Cappuccini, dal Prevosto di Bargone, dall’Arciprete della Chiesa di Salsominore e da altro Sacerdoti e chierici di questa Diocesi Borghigiana e di quella Piacentina, nonché dal Sacerdote Dioni Basilio Sacrista della Chiesa Cattedrale e Maestro di Cerimonie, compiute le vigilie secondo le prescrizioni del pontificale romano nell’oratorio provvisorio vicino alla detta chiesa di S. Antonio di Padova, conforme al citato pontificale romano in onore dell’Onnipotente Dio e della Gloriosa Vergine Maria e di S. Antonio di Padova consacrò detta Chiesa intitolandola al nome e memoria di S. Antonio da Padova, come pure (consacrò) l’altare maggiore della stessa Chiesa e ripose nel mezzo della mensa marmorea del medesimo altare, nella parte superiore della stessa mensa, una capsula di piombo munita del sigillo del prelodato Vescovo in ceralacca di colore rosso, nella quale (capsula) sono rinchiuse le sante reliquie dei Santi Martiri estratte dal tesoro delle sacre reliquie di questa Diocesi Fidentina, pure è rinchiusa una scheda in pergamena del seguente tenore, cioè: MCMXV il giorno 10 del mese di Giugno io Angelo Fiorini Vescovo Apuano con licenza dell’Ill.mo e Rev.mo Vicario Generale Capitolare della Diocesi di Borgo S. Donnino ho consacrato la chiesa e questo altare, in onore di S. Antonio da Padova.
E in esso ho chiuso le reliquie dei Santi Martiri Donnino e Placido e ai singoli fedeli cristiani ho concesso oggi un anno, e a chi visiterà la stessa chiesa nell’anniversario della consacrazione ho concesso cinquanta giorni di vera indulgenza nella forma consueta della chiesa.

firmato: Angelo Fiorini dell’Ordine dei Cappuccini

Terminata la consacrazione della sopradetta chiesa e altare, il Prelodato Ecc. mo e Rev.mo Mons. Vescovo Angelo Fiorini tenne analoga omelia e solennemente benedì il popolo. Quindi il M. R. P. Guido da Podenzano celebrò il Sacro Santo Sacrificio della Messa assistendovi il prelodato Mons. Vescovo.
Fatto nel luogo di Campore di cui sopra

Firmato: M. Donati, Vic. Cap.
Ettore Bricchi, Canc. Cap.

Nella sera dello stesso giorno si iniziava un triduo in preparazione alla festa di S. Antonio predicato dal Padre Lodovico da Colognola della provincia di Venezia. Il 13 di giugno il nuovo tempio veniva solennemente inaugurato mentre un popolo immenso accorso dalla città e dalle ville circostanti stipava la navata della chiesa esultando di purissima gioia. Al mattino Mons. Fiorini distribuiva la comunione generale; alle ore 10 celebrava solenne pontificale durante il quale l’Ecc.mo Monsignore diceva elevate parole di circostanza; nel pomeriggio seguivano i vespri pontificali e la trina benedizione.

La chiesa, in stile romanino, su disegno dell’Ing. Giulio Bussandri, che generosamente prestò gratis l’opera sua mettendovi tutto il suo spirito, il suo amore e intelligenza perché riuscisse un lavoro perfetto, ha un’unica navata, fiancheggiata da quattro cappelle, che misura m 10×20.
Dei quattro altari secondari il primo al lato dell’epistola è dedicato alla Beata Vergine di Lourdes, il secondo al lato del Vangelo al SS. Cuore di Gesù, il terzo al lato dell’epistola vicino alla porta d’ingresso a S. Francesco, il quarto al lato del vangelo, pure vicino alla porta d’ingresso, a San Giuseppe.
La statua dell’ImmacoIata, produzione della ditta Manzo di Lecce, e la grotta, opera del Ravasio Guelfo di Bergamo, sono dono della Signora Sozzi Micheli Maria. La statua di S. Giuseppe, pure opera della ditta Manzo, venne comperata dalla Signora C. Corbellini Nasalli di Bussetto e Cipelli Teresa di Parma. La statua di S. Franceso venne pagata da vari terziari. la statua del Sacro Cuore, opera di Dal Monte Enrico di Faenza, venne acquistata dalle nobili famiglie Cherici Buoncompagni di Salso e dal Conte Nasalli di Piacenza.
Dalle confraternite sopresse di Parma si comperarono vari oggetti di chiesa, due confessionali, panchi, armadi, pianete e una campana.
Il Vescovo di Reggio Emilia regalò otto panchi di noce e due armadi di chiesa sopressa.
L’altare maggiore con l’ancona, opera pregiata in stile barocco, che già apparteneva alla chiesa del sopresso Convento dei Cappuccini di S. Secondo parmense e che a seguito di detta sopressione, passò a diversi proprietari, venne da noi riacquistato dal Sig. Cavalli Giulio di S. Secondo per la somma di L. 500. Lo stesso Cavalli in tempo di guerra rinunciò al pagamento donando l’ancona alla nostra chiesa di S. Antonio in riconoscenza di grazie ricevute da DIO.
La costruzione della chiesa importò una spesa totale di lire 300.000, che per quel tempo rappresentava una somma ingente. A far fronte alle spese si raccolsero offerte varie da liste di sottoscrizioni a Salso e nei luoghi dell’Emilia che ospitano i Padri Cappuccini.
Il nostro Rev.mo Padre Generale, dietro nostra domanda, ci elargì la somma di L. 4.000.
Una petizione firmata dalla nostra M. R. Definizione e raccomandata dal Vescovo di Borgo S. Donnino venne indirizzata a Sua Santità Benedetto XV per un soccorso pro chiesa; la petizione, benignamente accolta dal Papa, ci fruttò la somma di L. 25.000, che ci venne trasmessa a mezzo del nostro P. Procuratore.
Al resto, che era molto, pensò la Provincia dei Cappuccini, che dovette imporsi veri sacrifici per raggiungere il saldo totale. A proposito dobbiamo ricordare con amarezza che, a saldo del debito di Salso, i nostri superiori furono costretti a vendere, a mezzo del Prof. Testi alla pinacoteca di Parma un quadro di valore incalcolabile per una cifra veramente irrisoria (L. 1.000!…). Si tratta della Santa Maria Maddalena di G.B. Pittoni, uno degli autentici tesori della Pinacoteca.
Il terreno su cui sorge la chiesa, il Convento e l’Asilo e rispettive adiacenze, fu comprato in tre tempi e costò, in cifra tonda, L. 100.000.

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