Dal libro “Il primo cinquantennio” di Padre Roberto Lecchini

Con la consacrazione e apertura della nuova chiesa i Cappuccini iniziavano il regolare servizio religioso a favore della popolazione di Campore e di quella abitante nella parte nordest di Salsomaggiore, già soggetta alla giurisdizione del Parroco di Bargone, nonché dei molti forestieri venuti per cura. Ma poiché la loro domanda rivolta al Padre Generale di poter accettare la cura parrocchiale di questa popolazione aveva avuto risposta negativa, i Padri Cappuccini si limitarono ad esercitare il loro ministero, conforme alle istruzioni dello stesso superiore generale, in qualità di delegati vescovili.
In data 9 Agosto 1915 veniva mandato a Salsomaggiore, quale presidente di questo nostro ospizio e delegato vescovile della quasi-parrocchia, il Rev. Padre Giovanni da Fivizzano al quale si aggiungeva, in qualità di coadiutore, il Rev.do Padre Sisto da Reggio Emilia e, quale Sagrestano, Frate Policarpo da Canolo.

Alla frontiera intanto si combatteva quella grande guerra che a Vittorio Veneto terminava con la vittoria delle nostre armi che frantumava l’impero Asburgo creduto cinto da insormontabili bastioni.
Insieme alla totalità dei nostri religiosi atti alle armi, anche Padre Giovanni venne mobilitato e destinato all’Ospedale Militare di Piacenza, ottenendo però di potere ritornare ogni domenica in Parrocchia, temporaneamente affidata alle cure del coadiutore Padre Sisto.
Al termine della guerra i nostri Superiori, di pieno accordo col Vescovo della diocesi Mons. Giuseppe Fabrucci, pensarono fosse conveniente, dal momento che di fatto già esplicavano una vera attività parrocchiale, insistere presso i Superiori maggiori per ottenere che la Parrocchia venisse eretta in forma canonica. E avviarono le pratiche necessarie.
Da parte sua il Vescovo di Borgo S. Donnino indirizzava, allo scopo di potere erigere la chiesa di S. Antonio in vera Parrocchia e poterne affidare la cura spirituale ai Cappuccini, la seguente lettera al Segretario della Congregazione del Concilio:

Eminenza,

I Reverendi Padri Minori Cappuccini della Provincia, di Parma, con assenso dell’Ordinario, nel 1914 eressero, sumptibus propriis, in Campore di Salsomaggiore di questa Diocesi, una chiesa dedicandola a S. Antonio di Padova.
La necessità di una chiesa in detta località era sentita da tempo (ed anzi nel 1912 dal mio Antecessore di v. m. veniva nominata una commissione per raccogliere offerte a tale scopo). Si tratta di facilitare il compito dei doveri religiosi ad una popolazone di circa duemila anime, tagliata fuori dalla Parrocchia di Bargone da un torrente bene spesso impetuoso che non permette il passaggio, obbligando così i Fedeli a percorrere parecchi chilometri per andare alla Parrocchia.
Consacrata la chiesa nel 1915, Sua Eccellenza Mons. Mapelli, avuto l’assenso del Parroco di Bargone, senza intaccare per altro le rendite beneficiarie, fissava i confini e delegava la cura spirituale di tale frazione ai Padri Cappuccini, i quali tutt’ora vi disimpegnano con zelo ammirevole gli ufficii e funzioni ecc. di vera e perfetta Parrocchialità, con grande vantaggio spirituale di quelle anime, con soddisfazione del Parroco di Bargone e dell’Ordinario.
Ora, avuto il consenso favorevole del Rev. mo Capitolo di questa cattedrale al riguardo, pel bene comune degli interessati, umilmente domando di poter erigere la predetta chiesa in vera Parrocchia ad normam juris, e di affidarne la cura ai prelaudati Padri Minori Cappuccini della Provincia di Parma, che, libenter, la assumono sotto il titolo — Parrocchia di S. Antonio da Padova in Campore di Salsomaggiore diocesi di Borgo S. Donnino.
Che della grazia ecc.

Dev.mo ed Oss.mo Servo
GIUSEPPE Vescovo

Dal Palazzo Vescovile di Borgo S. Donnino, addì 10 Maggio 1919.

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Come il lettore avrà notato leggendo attentamente la lettera sopra trascritta, si parla ivi di una chiesa in Campore di Salsomaggiore e in fondo a detta lettera si parla ancora della Parrocchia di S. Antonio da Padova in Campore di Salsomaggiore.
Tale denominazione, che fino a quell’anno 1919 era usata negli atti ufficiali della Curia Diocesana, non piaceva ai nostri Superiori perché erronea.
Ne nacque una divergenza tra la Curia Vescovile e la nostra Curia Provincializia, divergenza che venne a conoscenza di Roma, come è provato dalla seguente lettera che il Rev.mo Padre Giovanni da San Giovanni in Persiceto, sostituto del Nostro procuratore generale, inviava, in data 20-6-1919, al nostro Molto Rev.do Padre Provinciale:

MR. P. Provinciale dei M.ri Cappuccini,

La Sacra Congregazione del Concilio ha deliberato di non concedere la cessione della Parrocchia di S. Antonio di Campore ai PP. Cappuccini, fino a che non sarà chiaramente definita la questione sorta intorno alla denominazione della Parrocchia stessa.
La stessa Sacra Congr. ora esige un atto ufficiale, redatto da S. E. Mons. Vescovo di Borgo S. Donnino e da V. P. M. R., firmato da ambedue, in cui si dica definitivamente qual è il vero nome da darsi alla nuova Parrocchia, e ciò onde precludere il passo a qualunque questione per l’avvenire.
Con ossequi brofondi di V. P. M. R.

Dev .mo
Fra GIOVANNI da S. Giovanni
Sostituto Proc. G.Ie

Il Padre Provinciale allora insistette presso il Vescovo perché la denominazione fosse «Parrocchia di S. Antonio di Padova in Salsomaggiore» basando la propria richiesta sulle ragioni seguenti:

  1. La chiesa di S. Antonio è nel perimetro urbano di Salso, di cui Campore è invece una frazione distante quasi due chilometri dalla chiesa di S. Antonio e con un numero di anime inferiore di molto al rione salsese di S. Antonio.
  2. Le autorità cittadine di Salso ci ritengono e trattano quali abitanti della città.
  3. Il servizio postale è disimpegnato dal portalettere della città: e, se qualche nostra corrispondenza reca il nome di Campore come luogo di destinazione, non ci perviene, se l’ufficiale postale non ci usa la gentilezza di correggere l’indirizzo.
  4. Di fronte all’Ordine nostro noi siamo a Salsomaggiore, come risulta dalla domanda di erezione di questo nostro convento.
  5. Il popolo ci chiama: Frati di S. Antonio e non di Campore.

Le buone ragioni addotte persuasero Mons. Vescovo ad acconsentire che la nuova Parrocchia fosse denominata per l’avvenire: «Parrocchia di S. Antonio in Salsomaggiore» e, a tal fine, venne redatto il seguente atto indirizzato al Segretario della Congregazione del Concilio:

Eminenza,

Per chiarimento e riferendoci alla domanda da Mons. Giuseppe Fabrucci, Vescovo di Borgo S. Donnino indirizzata a V. Eminenza il 10 Maggio del corrente anno N. di prot. R.C. 1181; avendo più accuratamente esaminata la cosa, per precludere il passo a qualunque questione per l’avvenire, i sottoscritti Mons. Giuseppe Fabrucci Vescovo di Borgo S. Donnino, come sopra, e il M. R. P. Guido da Podenzano, Ministro Provinciale dei Cappuccini Parmensi, stabiliscono di pieno accordo e definitivamente, che la erigenda Parrocchia di cui nella domanda sopra citata, venga denominata: Parrocchia di S. Antonio di Padova in Salsomaggiore.
In seguito a tale documento chiarificatorio e definitivo la Congregazione del Concilio, in data 11 Luglio 1919, benignamente concedeva al Vescovo di Fidenza l’autorizzazione ad affidare la Parrocchia ai Cappuccini: ita tamen ut animarum cura dictis patribus concredita intelligatur ad beneplacitam S. Sedis.
Da parte sua il M. R. P. Provinciale dei Cappuccini domandava alla S. Congregazione dei Religiosi facoltà di accettare la Parrocchia in loco — Salsomaggiore. — La S. congregazione suddetta dava responso affermativo in data 8 agosto 1919.
Mancava. l’assenso del Superiore Generale dell’Ordine nostro. Anche tale consenso si ebbe in data 13 Agosto 1919 per parte del Rev.mo P. Giuseppe Antonio Bussolari, allora Procuratore e Commissario Generale dell’Ordine, poscia Superiore Generale dell’Ordine e poi Arcivescovo della Sede Metropolitana di Modena, dove, dopo la sua morte, avvenuta nel dicembre del decorso anno 1939, lascia il ricordo incancellabile di una intensa attività episcopale unita a vastità di dottrina e generosità di cuore.
Si venne quindi. all’erezione canonica della Parrocchia da parte del Vescovo con il documento che trascriviamo per intero nella traduzione italian

GIUSEPPE FABRUCCI
Per Grazia di Dio e dell’Apostolica Sede
Vescovo di Fidenza
E alla stessa Santa sede immediatamente soggetto.

Standoci grandemente a cuore il bene spirituale dei fedeli cristiani affidati alla nostra cura; consci del gravissimo dovere che a Noi incombe di provvedere e mettere in opera tutti quei mezzi che sono atti a tal fine; abbiamo ricevuto con grande gaudio dal M. R. P. Provinciale dei Cappuccini della Provincia Parmense domanda diretta ad ottenere che la chiesa fabbricata a loro spese in Salsomaggiore sia eretta in Parrocchia ad normam juris.

CONSIDERATO

a) che Bargone — Parrocchia di questa Diocesi — molto vasto per territorio e per abitanti, è diviso da mezzodì a settentrione dal torrente Ghiara, cosicché una metà dei fedeli spesso
è impedita da l’impetuosità del torrente di recarsi alla chiesa Parrocchiale,

b) che la chiesa eretta dai M. M. Rev.di Cappuccini, assenziente l’Ordinario Diocesano, nell’anno 1914 al di qua del torrente sopra detto, verso occidente, è posta in luogo atto e comodo agli abitanti,

c) che di fatto dall’anno 1915 la predetta chiesa esplicava tutte le funzione come parrocchiale a mezzo dei Padri Cappuccini sopra lodati, i quali con ammirabile sollecitudine compiono le funzioni di vera parrocchialità; e ciò con grande beneficio spirituale di codesta parte di Bargone, in tutto consenziente lo stesso Parroco di Bargone e Noi approvando,

d) desiderando di portare a compimento ciò che in proposito aveva iniziato il Nostro Antecessore il vescovo Mons. Mapelli; e al tempo stesso volendo dare un merito premio ai Nostri Cappuccini;
domandato e ottenuto in scritto il consenso del Nostro Ven. Capitolo Cattedrale;
valendoci da una parte, della Nostra Ordinaria Autorità, e dall’altra parte della Potestà a noi benignamente concessa dalla S. Sede con rescritto della S. Congregazione del Concilio in data del giorno 11 Luglio dell’anno del Signore millenovecentoquindici:


DECRETIAMO:

Quella parte della Parrocchia di Bargone, che è compresa nei limiti definitivi della relazione peritale dell’architetto Giulio Bussandri, in data 10 Aprile 1917, la quale relazione si allega quale parte integrante di questo decreto; quella parte di Bargone viene staccata, e si costituisce in Parrocchia distinta. La nuova Parrocchia avrà come chiesa propria quella che, come sopra abbiamo detto, hanno costruito i Padri Cappuccini, e avrà nome: «Parrocchia di S. Antonio da Padova in Salsomaggiore», i rettori della quale saranno i Padri Cappuccini della Provincia Parmense.
Saranno della nuova Parrocchia tutti quei diritti e privilegi che sono proprii delle Parrocchie; come parimente sarà della stessa Parrocchia per tutti gli oneri e offici che spettano alla cura di anime, benché manchi di beneficio, mentre Noi crediamo, anzi siamo certi, non verranno meno le cose necessarie.
Riserviamo a Noi e ai Nostri Successori la facoltà di provvedere a tutte quelle cose non contemplate nel presente decreto, che apparissero necessarie; e così riserviamo a Noi il diritto e la facoltà di interpretare, dichiarare e definire, se sarà necessario, tutto ciò che sopra è stabilito, udito il Superiore del detto Ordine.

Dato a Borgo S. Donnino, dalla Curia Episcopale, 2 Dicembre 1919.

GIUSEPPE VESCOVO
Can. E. BRICCHI, Canc. Ep.le

Il limite della Parrocchia di S. Antonio, partendo da Ponte Ghiara, segue il torrente Ghiara, lo stradone Bocelli (casa esclusa) e la strada della Valle sino alla Bertanella; sale alla casa colonica Barilla (comprendendo l’ospedale, il serbatoio N. 1, la casa colonica Barilla, il serbatoio N. 2) indi segue la strada vicinale di Montecucco fino a Villa Paradiso compresa. Il confine si sposta quindi a est parallelamente alla strada (fino a comprendere tutte le case di Villa Bianchi, Pinardi, Zalaffi)indi ridiscende al torrente Ghiara fino al macello comunale, e per la via macello (oggi Livio Rossini) risale il Rio che passa fra le case di via Bissolati e quelle del viale Principe Umberto; comprende la villa Corazza, segue la strada di Costa Marenga (escluse le case poste sulla sinistra) fino alla strada di S. Nicomede (esclusa la Possionazza), indi per la strada nazionale di Fidenza, raggiunge nuovamente il Ghiara al ponte omonimo.
La Parrocchia ha una lunghezza di circa 5 km ed una larghezza variabile fra km 0,500 e km 1,100. La popolazione è composta di 775 famiglie con 3251 anime di sui 1563 maschi e 1688 femmine (dati riferiti all’anno 1919).

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