Dal libro “Il primo cinquantennio” di Padre Roberto Lecchini

Dopo la promozione di Padre Giovanni a superiore del nostro Convento di Piacenza, avvenuta il 25 luglio 1934, era chiamato al posto vacante di Parroco di questa Parrocchia il M. R. Padre Cirillo Mussini da Bagno, il quale però non veniva canonicamente investito della parrocchia se non come delegato vescovile per la durata di un anno; solo in data 30 settembre 1925 veniva canonicamente eletto a Vicario Parrocchiale.
Nell’esuberanza di vita, nell’entusiasmo per la sua missione, nella larghezza di cuore, egli ereditava dall’antecessore il peso della responsabilità, deciso di continuare il suo cammino ascensionale verso nuove mete.
Egli vive per la nuova parrocchia; la sua mente dalle idee grandiose, ogni giorno presenta nuovi progetti alla sua attività.
Le campane!
Ci par di vederlo Padre Cirillo con gli occhi fissi alle bifore mute della cella campanaria della nuova torre.
Come un cielo senza stelle, come un giardino senza fiori, come un corpo senza anima! …
Egli sogna un concerto di campane che canti la gloria del Dio delle armonie e raccolga il suo popolo intorno agli altari.
Intavola trattative con diverse fonderie e conclude un contratto con la Premiata Pontificia Fonderia di Campane del Cav. Giuseppe Brighenti di Bologna. E vengono fuse quattro campane, in tono di I, II, III, IV, corrispondenti alle note di Si, Do diesis, Re diesis, Fa, del rispettivo peso di kg 336, 222, 150, 95 per un importo totale di L. 20.784,40 esclusa la spesa di posa in opera.
Immaginiamo la letizia del suo animo, quando nel pomeriggio del 16 marzo 1925, leggeva queste righe inviategli da Bologna dal celebre suo confratello M. R. Padre Gian Battista Marabini collaudatore di dette campane:
…Ho fatto il collaudo delle sue campane. Non dirò: bene, ma benissimo! Sono riuscite veramente come si desiderava. Per la parte fonica, pieni voti… Sentirà che bell’effetto faranno quando saranno collocate. Ora rimane il lavoro lungo della pulitura, della montatura, ecc.
Se viene a Bologna, andremo insieme a sentirle.

Nel giorno solenne di S. Antonio, previa la rituale consacrazione, seguiva l’inaugurazione delle stesse campane che, manovrate da veri maestri dell’arte campanaria venuti appositamente dal bolognese, lanciarono i loro primi doppi nei cieli radiosi mentre tutto il popolo in ascolto esprimeva la sua piena soddisfazione.
Un primo sogno realizzato.
Ma un altro progetto, contemporaneamente a quello delle campane maturava nella mente vulcanica di Padre Cirillo.
Anche un orologio dall’alto della torre doveva segnare la marcia del tempo che scende nelle voragini del passato da cui non si torna e ricordare ai viventi le parole di S. Paolo: Dum tempus habemus operemur bonum (Finché abbiamo il tempo operiamo il bene).

E l’idea feconda è tramutata immediatamente in realtà.

È stipulato un contratto con i fratelli Terrile fu Angelo di Recco presso Genova. Il prezzo concordato è di L. 7.000, che poi altre esigenze portano a 7.482,50.
E il 13 Giugno 1925 anche l’orologio a quattro quadranti iniziava la sua vita cronometrica ripetendo: Fugit irreparabile tempus (Irreparabilmente il tempo se ne va). Anche oggi il nostro orologio è per importanza il primo di Salsomaggiore. Ma Padre Cirillo non conosce le soste. C’è tanto da fare!… Ed ora è la volta del piazzale o sagrato della chiesa. È bene Padre Cirillo da Bagno sia cintato decorosamente da muro sormontato da cancellata. Il progetto deve attuarsi. La costruzione della cancellata in ferro battuto artisticamente modellato è affidata ai fratelli Zalaffi di Salsomaggiore e la posa in opera alla Impresa Desiderio Rizzi con ufficio centrale a Piacenza. La spesa da affrontarsi è di L. 27.560,60. Ciò non spaventa l’animoso coraggio di Padre Cirillo sempre fiducioso nella Provvidenza. Col dicembre di questo anno 1925 anche la cancellata è cosa fatta.

Padre Cirillo da Bagno

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