Dal libro “Il primo cinquantennio” di Padre Roberto Lecchini

Col ritorno delle rondini tornano i bagnanti a Salsomaggiore.
Mentre si riaprono i battenti dei nostri lussuosi stabilimenti, rifioriscono i nostri giardini e i nostri viali come un sorriso di benvenuto e di promessa augurale rivolto dalla nostra città ai forestieri venuti da ogni parte d’Italia, e del mondo, con la speranza nel cuore di ripartire risanati e rinvigoriti dopo che le loro membra doloranti avranno beneficiato del contatto delle nostre acque miracolose.
Mentre auguriamo ben di cuore ai nostri cari Salsesi che la stagione balneare di quest’anno sia loro generosa apportatrice di prosperità, crediamo pure di fare opera vantaggiosa per loro insistendo su alcune raccomandazioni.
Siate cordiali e gentili verso i forestieri, mantenendo sempre più profonda in essi la persuasione di sapersi

ospiti graditi di una popolazione dal cuore grande, dall’animo nobile e dal tratto fine. Vorremmo anzi raccomandarvi di elevare e sopranaturalizzare la vostra naturale cordialità con quello spirito di carità cristiana che ci fa vedere nel forestiero il fratello in Cristo e che ci ricorda di fare, per amore di Cristo, agli altri quanto vorremmo che gli altri facessero a noi. Ricordate che la cortesia dei modi e delle parole non accompagnata dalla sincerità del cuore è bassa ipocrisia detestata da Dio e riprovata da una retta coscienza.
E poiché nessuno ignora che le stazioni termali, come quelle balneari e come quelle climatiche, tramutandosi troppo spesso in luoghi di appuntamento per tutte le varie forme di mondanità, rappresentano un vero pericolo per la popolazione locale, raccomandiamo ai nostri cattolici un serio comportamento e ai nostri genitori un oculato e vigilante controllo sulla condotta dei figli.
Non mancheranno purtroppo gli scandalosi esempi di una mondanità paganeggiante nei nostri alberghi e nei nostri ritrovi galanti. Riprovateli con la vostra dignitosa condotta morale che ricordi agli immemori il dovere di impiegare per ben più alti scopi sociali la ricchezza, la giovinezza e la salute che sono i preziosi doni di Dio.
Osservando la fiumana di forestieri che partecipano alle svariate manifestazioni di divertimenti, organizzati anche allo scopo di rendere sempre più invitante la stazione termale, la nostra gioventù sarà troppo facilmente portata a ragionare così: «essi si divertono, dunque anche noi dobbiamo divertirci».
È un ragionamento sbagliato per tantissime ragioni che troppo lungo sarebbe qui esporre.
Ci limitiamo a far osservare che per i forestieri, i quali si divertono, il soggiorno salsese rappresenta una parentesi di quindici giorni nella loro vita quotidiana, una sosta al loro annuale lavoro; poi essi ritorneranno alla monotonia della loro vita e al peso delle loro occupazioni.
Sarebbe dunque pazzia il pretendere che la nostra popolazione salsese dovesse seguire a tutti i ritrovi mondani e a tutte le feste la moltitudine di forestieri rinnovantesi di settimana in settimana. Per voi, Salsesi, questo è il tempo del lavoro, del risparmio, della serietà.
D’altra parte non mancheranno gli esempi di serietà e di religiosità dei nostri ospiti: imitateli.
Chi non ha notato, ad esempio, un particolare che, quando all’Istituto di Previdenza sono di turno le donne, si ripete ogni giorno sul mezzodì, e anche dopo, presso la chiesa di S. Antonio? Sono signorine o signore le quali, non avendo avuto possibilità di uscire prima per esigenze di regolamento o di turni di cura, vengono a quell’ora, ancora digiune, per far la Santa Comunione. Così ogni giorno.
Non è un bell’esempio di sacrificio e di fede?
E chiudiamo augurandoci che coloro i quali hanno il compito e la responsabilità di ideare ed organizzare le varie manifestazioni di attrazione sappiano e vogliano prepararci ancora qualche cosa di interessante e di serio come la prima tappa del Giro d’Italia, il corso floreale, il concorso ippico, il raduno dei vigili del fuoco ecc., e che non abbiano la malaugurata idea di infliggerci la vergogna di un altro concorso di bellezza per l’elezione di Miss Italia. A tale concorso preferiremmo un’altra mostra canina… per quelle ragioni che dicemmo a suo tempo.

Padre Roberto

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