In parte preso dal libro “Il primo cinquantennio” di Padre Roberto Lecchini

Quanto segue è narrato in ENCICLOPEDIA DIOCESANA FIDENTINA pag. 974

Con la partenza di P. Roberto Lecchini nell’agosto del 1961 ha termine il primo cinquantennio della Parrocchia di S. Antonio in Salsomaggiore ed ha inizio il secondo con la serie dei parroci seguenti, ai quali auguriamo un apostolato benedetto da Dio Padre, Figlio e Spirito Santo

P. Roberto Lecchini

La parola a Dario Teresina
Elenco dei parroci

Padre Alessandro da Pieve Modolena (3 ottobre 1923 – † Anzola dell’Emilia, 25 giugno 1965)
ALESSANDRO DA PIEVE MODOLENA (al secolo Ildebrando Gianferrari) nasce a Pieve Modolena (Reggio Emilia) il 3/10/1923;
ordinato sacerdote il 13/3/1948;
diplomato in scienze sociali all’Università Internazionale «Pro Deo» in Roma, 1953;
insegnante nel Liceo Serafico di Piacenza dal 20/1/1950 al 29/7/1950;
direttore del Convitto «S. Francesco» e insegnante nel Liceo statale «A. Sorbelli» in Pavullo del Frignano dal 9/1/1953 al 6/8/1958;
maestro dei novizi in Fidenza dal 7/8/1958 al 7/8/1961;
definitore provinciale dal 8/8/1961 al 12/8/1964;
superiore a Salsomaggiore dal 26/8/1961 al 26/8/1964;
parroco in S. Antonio di Padova ivi dal 26/8/1961 al 25/6/1965. Muore ad Anzola dell’Emilia, 25/6/1965.

Giovane sacerdote, aveva meritato la fiducia dei superiori per le virtù morali, la soda pietà e l’intelligente operosità. Maestro dei Novizi a Fidenza, definitore provinciale a trentotto anni di età, gli furono affidati contemporaneamente gli incarichi di superiore a Salsomaggiore Terme e di Parroco in Sant’Antonio di Padova. Fu una figura esemplare di religioso e di pastore ed un apostolo infaticabile della gioventù. Perse la vita in seguito ad un incidente stradale, mentre, a bordo dell’automezzo al servizio della parrocchia, rientrava da una gita compiuta con un gruppo di giovani salsesi a Cattolica.

Padre Guido da Centenaro (7 aprile 1922)
GUIDO DA CENTENARO (al secolo Bruno Bocciarelli) nasce a Centenaro (Piacenza) i 7/4/1922
ordinato sacerdote il 03-06-1945;
predicatore dell’Ordine dal 20-03-1947 in poi (fatta eccezione per i due trienni di superiorato);
superiore a Piacenza dal 13-08-1952 al 12-08-1955;
superiore a Vignola dal 06-08-1958 al 26-08-1961;
assistente degli emigrati italiani in Svizzera, Francia, Germania e Lussemburgo;
parroco in Sant’Antonio da Padova a Salsomaggiore Terme da 01-09-1965 al 31-08-1970;
membro del Consiglio Presbiterale diocesano da 1966 al 1969.
Subito dopo l’ordinazione al sacerdozio iniziò un’intensa attività apostolica, dedicandosi in prevalenza al ministero della parola: predicò in Italia e all’estero e prese parte a sacre missioni organizzate in numerose città italiane. Prestò anche assistenza ai nostri emigrati, recandosi più volte in Svizzera, Francia, Germania e Lussemburgo a recare aiuto morale e materiale a tanti fratelli costretti dalle necessità della vita a svolgere il proprio lavoro in terra straniera.
Quale parroco di Sant’Antonio si distinse nei cinque anni di ministero per le doti pastorali, per l’affabilità e la disponibilità verso chiunque e per solerzia di attività.

Padre Mario Galeotti (6 agosto 1937 – † 29 luglio 2014)
GALEOTTI MARIO nasce a Villafranca Lunigiana (Massa Carrara) il 6/8/1937;
ordinato sacerdote il 19/3/1961;
studente all’Università Gregoriana e nel Pontificio Istituo Biblico in Roma dal 1/10/1961 al 30/6/1966;
direttore del Collegio missionario di S. Giuseppe da Leonessa in Reggio Emilia e professore ivi di sacra scrittura dal 1/7/1966 al 31/8/1967;
superiore nel convento dei Cappuccini in Piacenza dal 1/9/1967 al 31/8/1970;
parroco in S. Antonio di Padova a Salsomaggiore Terme dal 19//1970 al 17/9/1976.

In terra di Lunigiana Mario trascorse la sua prima infanzia.
Entrato nel seminario minore di Pontremoli (MS), fece i suoi studi fino alla quinta ginnasiale, per poi essere ammesso all’età di sedici anni al noviziato di Fidenza. Il lungo tirocinio di formazione, che ebbe le sue tappe principali nella professione temporanea e poi in quella perpetua, si concluse nel 1961 con l’ordinazione sacerdotale.
Inviato a Roma per gli studi in teologia e in Sacra Scrittura, ritornò in Provincia nel 1966, dove si trovò subito impegnato nella vita della fraternità provinciale. Dapprima come pro-maestro dello studentato provinciale a Reggio Emilia, in seguito guardiano a Piacenza, parroco a Salsomaggiore e definitore.
Nel 1976 la svolta della sua vita: a Scandiano iniziò per lui un lungo cammino nella direzione spirituale dei nostri aspiranti alla vita cappuccina e di quanti sceglieranno di incamminarsi decisamente al seguito di san Francesco. Nel 1977 fu nominato vicemaestro dei novizi di Vignola e qui rimarrà in questa veste fino al 1997, quando, mantenendo il medesimo ufficio, si trasferì a Santarcangelo (RN),

nuova sede del noviziato interprovinciale, dove rimase fino al 2012. Per descriverne la personalità riservata, pur sempre gioiosa, rispettosa delle convinzioni altrui ma altrettanto ferma in quelle che considerava non negoziabili, e aperta alle esigenze dei confratelli, viene in aiuto la testimonianza che di lui ha voluto scrivere un confratello, fra Prospero Rivi, che lo ebbe accanto per tanti anni: «Per vent’anni ho avuto fra Mario accanto a me nella formazione dei novizi. È stato per me il collaboratore ideale, sempre pronto a fare tutto ciò che gli veniva richiesto. Animato dal desiderio di offrire il meglio di se stesso per la crescita dei giovani a noi affidati e profondamente radicato nei valori di fondo della nostra famiglia spirituale, è stato determinante nella formazione biblica e liturgica della fraternità di noviziato. Preziosissimo il suo contributo come commentatore del testo delle Costituzioni, un commento che sapeva arricchire con i molti esempi di vita vissuta, che desumeva dalla sua lunga esperienza di cappuccino impegnato in ruoli anche di grande responsabilità. Profondo e acuto nel mettere a fuoco le dinamiche di una vita spirituale autentica, sapeva distinguere con finezza i passi giusti da quelli fuorvianti, grazie alla sua ricca formazione biblica. Proteso a vivere lui per primo alla luce dei consigli evangelici, era esemplare nell’obbedienza e persino scrupoloso nella povertà, non avendo mai acquistato nulla più dello stretto necessario. Biblista di robusta formazione, sapeva attingere dalla Parola alimento prezioso per la sua intensa vita spirituale, che poi trasmetteva con naturalezza ai giovani in formazione. Inestimabile il contributo che ogni anno, con nuovo slancio e senza segni di stanchezza, sapeva dare nel quotidiano lavoro formativo con i novizi, tanto che posso dire che, nei vent’anni condivisi, abbiamo portato avanti la formazione dei giovani a due voci, in profonda sintonia, con lui sempre pronto ad arricchire ogni argomento che si affrontava con la dimensione biblica e con riferimenti alla propria ricca esperienza spirituale. Dotato di una rara capacità di adattamento, è stato esemplare nella pazienza con cui ogni giorno e per tanti anni ha portato la croce delle molte menomazioni causategli dalla fatidica “caduta dal ciliegio” nel lontano 1986. Di intelligenza vivace e profonda, sapeva colorire i tanti momenti di condivisione fraterna, in refettorio, in ricreazione, nelle uscite, a cui partecipava sempre con entusiasmo, con un repertorio inesauribile di battute piene di arguzia: tutti i giovani hanno fatto tesoro delle sue “massime”, divenute famose perché ricolme di humor e di cappuccina saggezza».
Già, la “caduta del ciliegio”. Chi, vivendo a Vignola, la terra dei ciliegi, non cede prima o poi alla tentazione di salire su una scala per cogliere i deliziosi frutti di quell’albero dai lunghi rami? Così anche fra Mario. Nella primavera del 1986, decise di avventurarsi, come già tante altre volte, nella raccolta delle saporite ciliegie dell’orto del convento. Ma i rami del ciliegio sono infidi perché fragili: è sufficiente un improvviso spostamento del corpo per rompere l’equilibrio instabile ramo-scala-raccoglitore, con la conseguenza di far precipitare tutto a terra. Come appunto capitò a fra Mario. Quella rovinosa caduta gli causò lo schiacciamento di alcune vertebre lombari, che da allora gli rese difficoltoso il camminare. Tuttavia con la sua forte volontà piano piano si riprese e con l’aiuto di un bastone d’appoggio riusciva, benché con andatura claudicante, a muoversi senza altro supporto.
Nel 2012 fu trasferito a Castel San Pietro Terme (BO), con l’impegno delle confessioni. Appena il campanello della chiesa suonava, accorreva sollecito, consapevole della sua andatura rallentata, oltre che dalla caduta dal ciliegio, anche dagli anni che cominciavano a pesare. Aggravandosi il suo stato di salute già da tempo precario, si trasferì nei primi mesi del 2014 nell’Infermeria provinciale di Reggio Emilia, dove lo ha raggiunto la morte, alla quale si era preparato con fede e serenità, attendendola come definitivo incontro con il suo Signore, con cui egli aveva camminato nella sua vita. Riposa ora nel cimitero di Malgrate di Villafranca (MS).

Padre Arcangelo Panciroli (12 gennaio 1922 – † 11 dicembre 2016)
ARCANGELO PANCIROLI nasce San Bartolomeo (Reggio Emilia) il 12/1/1922
A dodici anni entra nel Seminario Serafico di Scandiano e tre anni dopo fa il suo ingresso nel prenoviziato a Modena.
L’anno successivo, nel 1938, è ammesso al noviziato di Fidenza dove gli viene assegnato il nome di fra Arcangelo.
Emette la sua professione temporanea il 15 ottobre 1939, e quattro anni dopo, nel 1943, in piena seconda guerra mondiale a Reggio Emilia si consacra definitivamente al Signore con la professione perpetua.
Viene ordinato sacerdote il 3 giugno 1945 sempre a Reggio Emilia, da mons. Eduardo Brettoni, vescovo della città.
L’anno successivo, al termine degli studi teologici, è trasferito a Parma come insegnante e formatore delle vocazioni adulte, e l’anno dopo a Scandiano come insegnante nel Seminario minore.
Nel 1949 lo troviamo all’Ospedale di Modena come cappellano.
Nel 1955 viene trasferito in provincia di Catanzaro, impegnato nella POA (Pontificia Opera di Assistenza), un’associazione nata nel secondo conflitto mondiale per dare assistenza ai profughi di guerra.
Nel 1959 viene nominato guardiano del noviziato intercommissariale di Reggio Calabria – Catanzaro – Salerno – Cosenza fino al 1962. Ritornato in Provincia, ricomincia la sua esperienza di cappellano da un ospedale all’altro: a Reggio Emilia, a Picenza, di nuovo a Reggio Emilia come capellano di quello che una volta veniva chiamato manicomio criminale.
Fra Arcangelo, pur vivendo nella quiete del convento, sentiva come sue le sofferenze di quegli internati, non del tutto colpevoli dei misfatti da essi messi in atto, ma invisi alla società dei normali.

Dopo un triennio, per nove anni, opera all’ospedale di Parma, ricoprendo gli incarichi di cappellano, superiore e vice-parroco.
Nel 1976 diviene parroco della parrocchia di S. Antonio a Salsomaggiore Terme (PR), ma tre anni dopo è trasferito a Puianello (MO) come guardiano e rettore del Santuario.
Nel 1982 altri tre anni come guardiano a Pavullo, e nel 1985 a Lagrimone (PR) come assistente spirituale e confessore del locale monastero di suore cappuccine.
Si dedica poi per tre anni alla predicazione nel convento di Scandiano per poi trasferisrsi nel convento ligure di Monterosso.
Di nuovo, sempre tre anni dopo, in ospedale a Piacenza, quindi a Pavullo e poi nel convento di Piacenza come sagrista.
Negli ultimi anni della sua vita si dedica prevalentemente al ministero della confessione nei conventi di Puianello, Pavullo e Pontremoli.

Padre Gianantonio Salvioli (10 dicembre 1921 – † 8 ottobre 2011)

GIANANTONIO SALVIOLI Nasce a San Martino in Rio (Reggio Emilia) il 10/12/1921.
Iniziò il suo ministero sacerdotale proprio a Salsomaggiore nel 1947, per cinque anni viceparroco a Sant’Antonio, responsabile dei giovani: non li dimenticherà mai più e tanti di loro non dimenticheranno mai più lui.
Dal 1952 è per sei anni direttore del collegio di Scandiano e contemporaneamente guardiano.
Per due anni è direttore dei giovani convittori del convento di Pavullo, dove di fatto si concludono i tredici intensi anni della sua missione educativa tra ragazzi e giovani.
Dopo due anni sabbatici si trasferisce per un anno ad Anagni, direttore della Pontificia Opera Assistenza, e poi un anno a Reggio in qualità di predicatore e direttore spirituale dei teologi.
Dal 1966 al 1976 è cappellano e superiore, poi parroco all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.
Nel 1979 ritorna a Salsomaggiore parroco e superiore. Ritrova i suoi giovani, ormai papà e qualcuno anche nonno. Si ferma a Salso per 11 anni durante i quali ha modo di restaurare la casa di riposo, trasformare il vecchio cinema teatro, superato ormai dalla televisione, in palestra e sala polivalente, rinnovare la scuola materna, ristrutturare il presbiterio della Chiesa e ricevere la nomina a Cavaliere dal Presidente della Repubblica.
Ancora tre anni a Scandiano (1990-1993) come vicedirettore dello studentato di teologia, e poi tre anni parroco a Sassuolo.
Nel triennio 1996-1999 lo troviamo guardiano a Parma e nei successivi sei anni aiuto parroco a Fidenza. All’apostolato parrocchiale dedicò vent’anni, quattordici dei quali come parroco.
Nell’avanzata terza età fu per tre anni confessore a Piacenza e per tre anni a Reggio.
Una vita intensa, mai inoperosa, nella quale trovò modo di conseguire il diploma di infermiere, di frequentare la facoltà di scienze economiche e sociali presso l’Università internazionale Pro Deo di Roma e di pubblicare quattro testi di cultura religiosa e di supporto pedagogico pastorale: “Vieni e Vedi”, “Incontriamoci”, “Comunità San Lazzaro”, “Comunità Santa Maria Nuova”.

Padre Mario Cappucci (23 maggio 1936 – † 25 luglio 2014)
MARIO CAPPUCCI Mario Cappucci nasce a Toano (Reggio Emilia) il/5/1936
Entra nel noviziato di Fidenza nel 1954 e, dopo la formazione liceale e filosofica a Reggio Emilia, nel 1962 è ordinato sacerdote e successivamente inviato a Roma per il diploma in Teologia pastorale.
Ritornato nel 1963 in Provincia, dapprima è insegnante di religione presso l’Istituto Paciolo di Fidenza e, l’anno seguente, vicedirettore del Seminario serafico di Scandiano.
In seguito, nel 1967, riceve l’incarico di segretario delle missioni, con sede a Reggio Emilia, adoperandosi per l’animazione missionaria nelle parrocchie emiliane e per lo sviluppo della missione centrafricana di Batangafo.
Nel 1970 è vicario coadiutore prima a Sassuolo nella parrocchia della Madonna di Sotto, fino al 1973.
Dal 1973 al 1976 è stato vicario coadiutore nella parrocchia di S. Antonio a Salsomaggiore Terme.
Dopo l’attività parrocchiale opera nell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia (1976), dove rimarrà fino al 1987.
Dal 1987 fino al 1994 è trasferito nell’Ospedale Maggiore San Francesco di Parma come superiore e parroco.
Nel 1994 ritorna nell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, fino a quando, nel 1996 il vescovo della città lo nomina vicario episcopale per la pastorale sanitaria della diocesi. In tale veste forma il primo gruppo di ministri straordinari dell’Eucaristia per gli ammalati.
Animato da autentico spirito pastorale verso gli ammalati, nel 1984 fondò l’associazione AVO (Associazione

volontari ospedalieri), che poi diffuse, in veste di vicario episcopale per la pastorale sanitaria, anche in altri ospedali, oltre a quello del capoluogo. Ecco come l’Avo si definiva: «un’Associazione fatta di persone che hanno scelto di “prendersi del tempo per vivere”, per ascoltare e raccontare, sorridere e consolare, accogliere ed essere accolti, stare accanto a chi è ricoverato in ospedale o ospite in una casa di riposo». Un’intuizione formidabile, che però con il passare del tempo perse la sua impronta religiosa, per un atteggiamento chiaramente laico, deviando dalla impostazione cristiana iniziale datale dal fondatore e codificata nel primo statuto. Per questo nel 2005 ruppe ogni rapporto con l’associazione, che tuttavia rimane ancora presente nella Regione, dove si è diramata in varie associazioni locali, raggruppate nella FederAvo.
Viene però il momento per tutti di lasciare posto ai più giovani, anche il lavoro più amato. Così anche per fra Mario, che nell’agosto 2005 passò nell’Infermeria provinciale di Reggio Emilia come cappellano e nel 2008 fu inserito nella fraternità del convento di Reggio Emilia per svolgere ministero pastorale in quella chiesa.
Tre anni dopo fu consigliato di trasferirsi nell’Infermeria provinciale dove ha trascorso gli ultimi spiccioli della sua esistenza.
Riposa ora nel cimitero di Toano.

Padre Arnaldo Pellesi (12 dicembre 1933 – † 15 aprile 2005)
ARNALDO PELLESI nasce a San Michele Mucchietti di Sassuolo (Modena) il 12/12/1933
Il 31 luglio 1949 a Fidenza è ammesso al noviziato, col nome di Leone da Pigneto (detto anche da S. Michele)
Il 6 aprile 1957 a reggio Emilia è ordinato sacerdote da Mons. Beniamino Socche vescovo di Reggio Emilia.
Il 22 maggio 1979 ottiene la licenza in sacra teologia presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, con “summa cum laude” (50/50).
L’1 dicembre 1993 il provinciale presenta al vescovo di Fidenza frate Arnaldo come nuovo parroco di Salsomaggiore dove rimase sino al 1996

Padre Gian Carlo Galli (20 giugno 1942 – † 2 maggio 2013)
GIAN CARLO GALLI nasce a Ospitaletto (Reggio Emilia) il 20/6/1942
Inizia gli studi ginnasiali all’Osservanza dei frati minori a Bologna e dal gennaio 1957 li continua e conclude nel seminario di San Martino in Rio.
Trascorre l’anno di noviziato a Fidenza, emette la prima professione il 2 agosto 1961 e poi si sposta per gli studi filosofici prima a Piacenza e, in seguito, a Lugo di Romagna.
Professo perpetuo l’8 dicembre 1964, nel 1965 intraprende gli studi di teologia a Reggio Emilia, per passare poi, nel 1967, a Bologna.
Il 23 agosto 1969 è ordinato presbitero nel suo paese natale, Ospitaletto, dall’arcivescovo di Modena-Nonantola.
E’ inviato nel 1973 a Modena come guardiano, nel capitolo del 1979 è eletto definitore.
Nel settembre 1980 gli viene affidato affidato l’ufficio di maestro nel noviziato interprovinciale di Vignola.
Nel 1987 è a Puianello come rettore del Santuario della Beata Vergine della Salute.
Nel 1990 i superiori lo inviano nell’ospedale di Parma come superiore dove rimane fino al 1996, quando

viene trasferito a Salsomaggiore, nella diocesi di Fidenza, nel convento-parrocchia allora esistente, sempre come parroco.
Resta a Salsomaggiore fino all’ottobre 1999, quando, consegnata a malincuore la parrocchia alla diocesi, Gian Carlo è nominato parroco a Fidenza.
Eletto di nuovo membro del Definitorio provinciale nel Capitolo del 2002, diede il suo apporto soprattutto con la capacità di sdrammatizzare le situazioni più spinose, godendo delle confidenze dei confratelli, che vedevano in lui un uomo fidato e comprensivo. Il suo ministero di parroco si concluse nel 2008, tre anni dopo la fusione delle Province di Bologna e di Parma nella nuova Provincia dell’Emilia-Romagna.
Destinato guardiano nel convento di Cesena, collocato su un colle che si affaccia come un balcone sulla città, in quel luogo di preghiera e di silenzio è vissuto tra la glauca lucentezza degli ulivi e il verde cupo dei cipressi, nell’accoglienza di quanti vi salivano per pregare insieme ai frati.
Dopo essersi portato a Scandiano nel 2011 quale vice maestro degli studenti teologi, nel 2012 fu colpito da una grave forma di leucemia, che lo debilitò severamente. Gian Carlo affrontò questa nuova prova con coraggio e fiducia, e, ricordando la prima malattia, così confidava: «Allora mi arrabbiavo molto con Dio e in modo particolare con il crocifisso che neanche volevo vedere. Ora però non è così. Affronto la malattia con più tranquillità, anche se devo riconoscere che Lui finora si è mosso poco. Ma se si muove…». Forse era convinto che potesse avvenire un miracolo pure questa volta, ma i medici sapevano che il male avrebbe fatto il suo ineluttabile corso. Dopo una parentesi di relativo benessere, agli inizi del 2013 si intuì che la battaglia della vita stava per lui ormai volgendo al termine. Ricoverato in ospedale a Reggio Emilia, al calare delle prime ombre di una sera di inizio maggio, è venuta anche per Gian Carlo la sera della vita.

Don Luigi Guglielmoni (14 maggio 1951)
DON LUIGI GUGLIELMONI nasce a Fidenza il 14/5/1951.
Ordinato sacerdote l’ 11/10/1975, prima di diventare parroco di Sant’Antonio ha rivestito e tuttora riveste diversi ruoli: Vicario parrocchiale a San Michele Arcangelo a Fidenza, Canonico della cattedrale, Direttore dell’ufficio catechistico diocesano, Direttore della scuola di formazione teologica, Direttore dell’ufficio di pastorale giovanile, Collaboratore della Ceis, Docente di catechistica allo studio teologico accademico di Bologna, all’istituto teologico salesiano di Parma, all’istituto salesiano di Nave, Amministratore parrocchiale di San Michele Arcangelo di Fidenza, Presidente dell’associazione Mondo Nuovo, Direttore della scuola diocesana di formazione.

E’ diventato parroco della comunità di Sant’Antonio nel novembre del ’99, anno in cui i Frati Capuccini lasciarono il quartiere “dei Pescatori”, dopo aver retto ininterrottamente la parrocchia per quasi un secolo, e qui vi è rimasto sino al 19 luglio 2020, quando è stato nominato dal vescovo, parroco della parrocchia di San Bartolomeo Apostolo a Busseto.
Laureato in Teologia, Catecheta e Pastoralista, Don Luigi non era un prete che se ne stava rinchiuso fra le mura della canonica anche se però ci teneva a sottolineare che «Non basta “uscire”: è importante che chi viene in parrocchia trovi fraternità nei rapporti e qualità nella predicazione, disponibilità per le confessioni e direzione spirituale, accompagnamento nella ricerca della verità».
In bicicletta, Don Luigi non aveva la patente, si spostava in lungo e in largo nella sua vasta parrocchia ascoltando pazientemente i bisogni dei suoi parrocchiani. Niente orari fissi, sempre disponibile con tutti, senza distinzioni, parrocchiani e non.
L’attenzione per gli abitanti del quartiere è sempre stata grande e si esplicava anche attraverso varie attività gestite direttamente dalla parrocchia:
– la scuola materna, in funzione fin dagli anni venti,
– la casa di riposo per anziani, pervicacemente voluta da Padre Lecchini nel primo dopoguerra,
– il banco alimentare, che distribuisce ogni mese generi di prima necessità alle persone in difficoltà,
– e il centro di distribuzione di vestiario e oggetti per la casa, organizzato e gestito dai volontari della parrocchia.

Scrittore molto prolifico, ha pubblicato numerosi libri presso le maggiori Case Editrici italiane e collabora tuttora con varie riviste di catechesi, liturgia e pastorale.
Dal 2000 sino al giorno del suo trasferimento, con un impegno personale ed economico non indifferente, si è occupato della manutenzione delle strutture di proprietà della parrocchia di S. Antonio dando avvio ad una serie di opere di risistemazione e restauro non più procrastinabili. I lavori hanno riguardato a più riprese:
– il tetto della chiesa,
– il sagrato e le vetrate del presbiterio e della facciata,
– gli affreschi della navata e delle cappelle,
– le decorazioni della volta,
– alcuni dipinti ad olio
– il consolidamento della sommità del campanile
– e la ristrutturazione della canonica prospicente la chiesa.

Nel maggio del 2020, il vescovo Ovidio Vezzoli l’ha nominato parrocco della Collegiata di S. Bartolomeo Apostolo in Busseto.
Don Luigi ha fatto il suo ingresso ufficiale nella nuova parrocchia di Busseto domenica 20 luglio 2020. Dalla Rocca Comunale in corteo con i componenti la giunta comunale, accompagnato dalla banda locale, ha raggiunto l’attigua piazza Verdi dove alle 10.30 ha officiato alla solenne celebrazione di ingresso e di presa di possesso della parrocchia.

Don Luca Romani (20 maggio 1960)

Nato a Pedenosso di Valdidentro SO il 20 maggio 1960.
Baccalaureato in Sacra Teologia il 15 ottobre 1993.
Ordinato Sacerdote il 23 ottobre 1993 a Fidenza dal Vescovo Carlo Poggi
Vicario Parrocchiale a San Giuseppe Lavoratore in Fidenza
Vicario Parrocchiale a Santa Maria Assunta in Salsomaggiore Terme
Vicario Cooperatore a Pieve Ottoville, Stagno e Ragazzola
Amministratore Parrocchiale a Carzeto e Diolo nella Diocesi di Parma
Nominato Parroco a Polesine e Amministratore Parrocchiale a Vidalenzo
Nominato Parroco a Borghetto e Amministratore a Pieve Cusignano
Nominato Parroco a Santa Margherita
Nominato Amministratore Parrocchiale a Castione, Fornio e Rimale
Il Vescovo Ovidio Vezzoli l’ha nominato Parroco di Sant’Antonio a Salsomaggiore Terme l’ 1 settembre 2020.
Don Luca ha fatto il suo ingresso ufficiale in parrocchia il 17 ottobre 2020

Don Luca ricopre inoltre gli incarichi di:
– amministratore parrocchiale a Pieve Cusignano, Castione Marchesi, Fornio e Rimale,
– canonico del Capitolo della Cattedrale,
– cerimoniere vescovile
– direttore dell’ufficio liturgico diocesano.

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