Dal libro “Un popolo in festa e in cammino” di Don Luigi Guglielmoni, Clementina Corbellini, Giulia Urgeletti Tinarelli
Tra le suore, che hanno lavorato con grande impegno e passione cristiana in Parrocchia, non possiamo certo dimenticare:
- le Ancelle del Santuario, che nei primi anni di costituzione della Parrocchia, coadiuvarono i parroci nell’educazione della gioventù. Esse erano pure responsabili di un Orfanotrofio situato in viale Matteotti, ora trasformato in luogo di accoglienza per ospiti;
- le Figlie della Carita di San Vincenzo de’ Paoli, che gestivano l’Opera Pia Catena;
- le Ancelle della Carità che diressero, dal 1935 al 1962, l’Asilo Infantile e guidarono la Gioventù Femminile di Azione Cattolica per molti anni. Infine prestarono la loro opera al servizio degli ospiti dell’Albergo Europa;
- le Missionarie Francescane di Cristo, che, negli anni ’60, si occuparono della gestione della Casa di Riposo “Sacra Famiglia” e della direzione dell’Asilo;
- le Cappuccine del Sacro Cuore di Annibale di Francia, impegnate nell’insegnamento alla Scuola Materna e nella vita pastorale parrocchiale.
- le Missionarie della Fede che, alla fine degli anni ’90, si occuparono sia dell’Asilo sia della Casa di Riposo.
Tutte le persone appartenenti a queste Congregazioni, che vissero e operarono in Salsomaggiore, sono degne di essere ricordate, ma, per le già menzionate ragioni di brevità, noi ne citeremo solo due, perché particolarmente operose per la Parrocchia e perciò, riteniamo, più note e ricordate dai salsesi di Sant’Antonio.
Suor Marina (1904-1988) e Suor Marianna (1898-1986)
C’era una volta un Asilo Infantile dove due suore, piccole di statura ma grandi di cuore, accoglievano e accudivano da mane a sera i bambini di un rione, operoso ma povero, detto “dei pescatori“… (il nome derivava dal fatto che un tempo, non essendo inquinato come oggi, nel torrente Ghiara era possibile trovare qualche pesce… e i cercatori non mancavano certamente!).
In questa ovattata atmosfera, che la memoria dell’infanzia crea e gelosamente conserva, si pone, per molte persone oggi in età più che adulta, il ricordo di Suor Marina e di Suor Marianna, le due Ancelle della Carità chiamate nel 1935 dal parroco, Padre Pasquale, ad occuparsi dell’asilo da poco aperto, servizio davvero indispensabile alla realtà di molte famiglie.
I nomi delle due suorine, quasi per un prodigio, evocano immediatamente altri nomi, volti ed episodi della vita parrocchiale di allora, creduti cancellati per sempre.
Tutto un mondo si popola di nuovo: le prime amicizie, i giochi in gruppo, le biricchinate, ma anche le prime fatiche dell’apprendere e del rispettare le regole. Riaffiora, ricomposta nei vari tasselli, l’esperienza dell’Asilo (oggi si dice: “della Scuola Materna“). E’ lì che ogni bambino inizia, giorno dopo giorno a costruirsi, scoprendo sé, gli altri, il mondo esterno. Questo compito, affascinante e insieme arduo, di accompagnare con responsabilità materna i piccoli nel loro percorso di crescita, Suor Marina e Suor Marianna l’hanno svolto in modo egregio per molti anni: diverse per carattere, l’una più solare e l’altra più austera, concordi nell’operare e complementari nei ruoli, esse hanno iniziato alla vita centinaia e centinaia di bambini, affiancando le famiglie nell’impegno educativo, impegno che andava ben oltre il compito istituzionale loro affidato.
Presi per mano all’asilo, si era seguiti nella preparazione alla Prima Comunione e alla Cresima, si veniva spronati nello studio, nelle attività oratoriali, accompagnati nelle scelte vocazionali: sotto la loro guida, tappa dopo tappa, sono cresciute intere famiglie.
Comprensibile è perciò il rimpianto seguito alla loro partenza agli inizi degli anni 60: Suor Marina destinata a un asilo in Svizzera e Suor Marianna nella Casa Madre a Brescia con compiti amministrativi.
Il passar del tempo non ha sbiadito il loro ricordo: esse rimangono protagoniste di molte pagine della favola bella di tanti che, ancor oggi, piacevolmente tornano, pensando a loro, a smarrire il senso del tempo.