Dal libro “Un popolo in festa e in cammino” di Don Luigi Guglielmoni, Clementina Corbellini, Giulia Urgeletti Tinarelli

La Parrocchia di Sant’Antonio inizialmente non era dotata di un campo sportivo, ma l’importanza educativa dello sport era ben presente ai Frati. Non era solo un modo per occupare il tempo libero con serenità e impegno, ma il segno di una proposta educativa capace di fecondare ogni aspetto della vita, compreso l’agonismo. Attraverso il gioco vissuto con un’impostazione cristiana, i ragazzi imparavano il senso di squadra, la gioia di divertirsi insieme, il confronto con gli altri, l’accettazione della sconfitta. Molti ragazzi sono passati attraverso questa esperienza prima di entrare nello stadio di grandi città, nelle società calcistiche delle massime divisioni.
Alcuni nomi di ragazzi originari di Sant’Antonio sono diventati noti: anzitutto il capostipite Algiso Toscani, con il fratello Corrado e il figlio Italo. Fu proprio Algiso a raccogliere il testamento di Clemente Francani: “Ti raccomando i miei ragazzi“. Padre Agostino era il primo tifoso.

Algiso Toscani

Corrado Toscani

Italo Toscani

Giordano Ferrari

Tra i giovani di Sant’Antonio che hanno fatto carriera sportiva figurano Vasco Molinari, Ado e Fernando Davighi, Aurelio Foscili, Giuseppe Daccò, Giulio Tosini, Corrado Corradi, Franco Corradi, Giovanni Corradi, Ivo Fava, Franco Ravanetti, Franco Rizzi, Afro Mainardi, Ermes Medici, Alberto Gialdi, Brunetto Spalti, Ginetto Mainardi, Stefano Scozzesi, Mirko Giordani. Il successo sportivo non ha mutato l’impostazione della vita di questi “campioni“, cresciuti alla scuola dei Cappuccini.
Altri giovani sportivi, pur non originari di Sant’Antonio, si sono ben inseriti nell’attività della Comunità. Ad esempio Paride Balvi, Giuseppe Barani, Vanore Dadini, Claudio Azzali, Narciso Zurlini, Dismo Ferrari, Afro Meteori, Luciano Franzini e Giancarlo Bottini, importante consulente amministrativo della Parrocchia.
I dirigenti della Società Sportiva Francani, quando i soldi non bastavano, li mettevano di tasca propria, in silenzio. Una volta fu loro chiesto di “prestare” il nome della società sportiva per aprire una sala giochi al Grand Hotel, con il vantaggio di ricevere parte degli utili da investire nell’attività sportiva. Le prime volte, tutto andò per il meglio. Poi i Carabinieri bloccarono l’iniziativa illegale e i dirigenti rischiarono la denuncia, pur avendo agito… a fin di bene.
Nei primi anni 50 – racconta Guido Battilocchi – ero in cerca di lavoro. Padre Gianantonio mi ingaggiò con altri per spianare il terreno tra la chiesa e la Casa di Riposo e trasformarlo in un campo da gioco pianeggiante. Con il guadagno mi pagai la retta del campeggio parrocchiale“.
In questo contesto “sportivo” non si può non menzionare Giorgio Parri, deceduto il 24 settembre 2001: è stato un “campione della cucina“. Per anni ha preparato piatti prelibati per i calciatori e i dirigenti dell’ “Inter“, della “Sampdoria” e della “Lazio“. Alle sue esequie, celebrate nella nostra chiesa, erano presenti noti allenatori e campioni di calcio. Oltre che cuoco, Giorgio era per loro un amico, un simpatico intrattenitore e un saggio consigliere.
Un campione di Sant’Antonio che si è distinto nel ciclismo è Afro Copelli, che ha collezionato una quarantina di vittorie da allievo fino a dilettante di prima categoria. “Non c’era nessuno dietro di me, che mi fornisse un panino in gara“, dice con un po’ di amarezza questo atleta di ottimo livello, costretto poi al ritiro dall’attività agonistica per problemi di pressione arteriosa. “Per i primi cento chilometri di gara ero tra i protagonisti, poi cedevo inevitabilmente. Inoltre, avrei dovuto nutrirmi di molta carne e non me lo potevo permettere… allora ho deciso di smettere“.
Un vero campione è Giordano Ferrari (“Dano“), recordman italiano di salto in alto. Fin da piccolo, in casa installava, con sedie e manici di scopa, pedane che finivano per distruggere divani e materassi, adibiti a zona di atterraggio. Per otto volte ha indossato la canottiera azzurra della Nazionale, arrivando a saltare 2 metri e venti centimetri.
Altri “ragazzi” degni di menzione sono i gemelli Chittolini. Giampaolo è stato uno dei migliori specialisti italiani degli 800 e 1.500 metri ed ora è preparatore atletico della Nazionale maschile di pallavolo. Gian Carlo è stato allenatore di grandi campioni dell’atletica e dal 1994 si dedica all’ organizzazione di eventi sportivi di respiro internazionale.
Tra i “campioni di casa nostra” bisognerebbe annoverare anche i tanti adolescenti e giovani che hanno vinto i vari tornei di calcetto e di tennis da tavolo, di calcio e di basket, organizzati dalla Parrocchia. Tanti altri hanno avuto la loro giornata di celebrità vincendo la gara dei sacchi, delle pignatte e dell’albero della cuccagna, gare effettuate allora nell’area antistante la chiesa.
L’ultimo cenno è per due ragazzi, Paolo Franzini e Mauro Saracca deceduti prematuramente. A loro è stato dedicato rispettivamente il campo da basket dell’Oratorio parrocchiale e il campo da calcio di Campore.

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