Dal libro “Un popolo in festa e in cammino” di Don Luigi Guglielmoni, Clementina Corbellini e Giulia Urgeletti Tinarelli
La zona di Montauro passò alla cura pastorale della Parrocchia di Sant’Antonio nel 1978, mentre prima dipendeva dalla Parrocchia di Bargone e quindi dalla Parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice al Poggio. I Frati si presero molto a cuore questo quartiere di campagna, ben popolato e geograficamente distante dalla chiesa di Sant’Antonio. Il parroco Padre Arcangelo Panciroli decise di inviare un Frate ogni domenica a celebrare la Santa Messa nella scuola di Montauro, non più funzionante.
Nel 1980 l’arrivo del nuovo parroco Padre Gianantonio Salvioli, con i collaboratori Padre Evaristo Lanzi e Padre Sebastiano Bernardini, diede ulteriore impulso alla pastorale locale. I ragazzi erano entusiasti soprattutto di quest’ultimo Frate, dotato di una particolare capacità di attrazione e di coinvolgimento. In soli due anni si arrivò ad allacciare intensi rapporti di amicizia tra le famiglie e a organizzare persino la festa del quartiere. Padre Sebastiano si adoperò per esporre lungo la strada principale, su un’alta colonna, la statua della Madonna del Soccorso.
A turno, per anni, i Frati della Parrocchia si recavano a celebrare l’Eucaristia nella ex scuola, fino a quando il Comune di Salsomaggiore Terme cambiò destinazione all’edificio, adibendolo a schedario. Da allora, l’Eucaristia viene celebrata una volta l’anno, nell’area circostante quell’edificio dove tanti ragazzi hanno frequentato le elementari. Lì, in una bella nicchia chiusa da un vetro antisfondamento, la famiglia Bosi ha collocato una statua della Madonna, a protezione dei residenti.
Tra le persone più significative del quartiere vanno annoverate le sorelle Romanini: Carmen, maestra e pittrice, e Linda, esperta di ricamo. Entrambe terziarie francescane, erano sempre presenti alle funzioni religiose, preparavano belle tovaglie per la chiesa e lavoravano per organizzare la pesca di beneficenza. Aiutavano anche le giovani a farsi la dote per il matrimonio, come era costume in quell’epoca. La signora Carmen restaurava e dipingeva le statue dei Santi anche per le chiese di Sant’Antonio e di Campore. Con i ragazzi che frequentavano la chiesa era piuttosto esigente: desiderava che partecipassero con attenzione alla liturgia.
Negli anni 50 regalarono il terreno per edificare la Maestà di Montauro, dedicata all’Immacolata. Fu la signora Severina Scipioni, che da Fidenza veniva a far scuola a Montauro, a donare la statua della Madonna Immacolata, tuttora venerata nella Maestà davanti alla quale ci si ritrova ancora a recitare il Rosario. Con tale icona di Maria, al termine del mese di maggio, era consuetudine fare la processione. Tante volte la signora Maria Menoni ha organizzato piccoli pellegrinaggi da Sant’Antonio a Montauro: era un segno del collegamento tra il centro e la periferia della medesima Comunità.
Ad aiutare le sorelle Romanini nell’accurata preparazione dell’altare per l’Eucaristia domenicale e il “mese di maggio” c’era la signora Innocenza Ravanetti.
Attualmente a tener viva la tradizione cristiana nel quartiere si adopera la famiglia Frigeri Del Marco: sono i discendenti di una donna di rare virtù cristiane (Clelia Dall’Asta ved. Frigeri) di cui parleremo più avanti.